Probabilmente neanche uno studioso di diritto costituzionale avrebbe mai immaginato che gli ultimi avvenimenti, internazionali, nazionali, regionali (in un certo senso anche metropolitani) provinciali e persino comunali gli sarebbero stati offerti in dono tutti insieme, e contestualmente, dandogli modo di spiegare ai suoi studenti la gerarchia delle fonti, perché esista la divisione dei poteri, quali siano gli Organi costituzionali e quali quelli di rilievo costituzionale, da cosa possano nascere le crisi parlamentari e, soprattutto, quali siano quelle extraparlamentari (solo per queste ultime ricordiamo che sono quelle che si aprono in conseguenza di una crisi politica all’interno della maggioranza che sostiene il Governo: in senso a-tecnico i Consigli regionali, quelli provinciali e quelli comunali sono, in effetti, piccoli parlamentini).
E chissà se la tanto amata e tanto odiata Giorgia Meloni stia vivendo interiormente una sorta di "caos calmo", come il Pietro interpretato da Nanni Moretti che, rimanendo vedovo proprio quando aveva appena salvato la vita ad una sconosciuta, elabora «una sua personale forma di lutto che lo porta a isolarsi dal mondo mettendo in "stand by" la propria vita».
Questo perché proprio Giorgia Meloni - che quando ha accettato l’incarico di Presidente del Consiglio parlava di «tetto di cristallo infranto» - sta rischiando, adesso, che tutto quello che ha costruito in anni di gavetta e le aveva consentito di portare Fratelli d’Italia a diventare il primo partito del Paese, le si sbricioli altrettanto velocemente sotto i piedi, con ferite dolorose e piaghe altrettanto venefiche. Un paragone improprio?
No, crudele ma non improprio e, per dire la verità, con terremoti mediatici e giudiziari che l’hanno colpita ovunque, nel pubblico e nel privato, causandole dolore e danni, creandole ostacoli e frapponendo ogni benedetto giorno alla sua azione di governo una serie di intralci, sbarramenti e imbarazzi che avrebbero già buttato giù un’armata.
Purtroppo o per fortuna (questo potremmo arrivare a non saperlo in tempo) un uomo solo al comando - a parte Fausto Coppi - ha sempre e solo fatto danni. E la Meloni, pur se donna, anche se non vorrebbe essere da sola lo è comunque perché, dove si gira e si rigira, le combinano solo guai che poi aumentano, ovviamente, nel momento in cui cerca di por loro rimedio da sola: tra “Avvisi”, “Informazioni di garanzia”, “Richieste di rinvio a giudizio”, “Rinvii a giudizio”, “Esposti”, cappelle, novelle e boiate varie che ogni giorno si trova ad affrontare lei ruggisce alla Giorgia maniera mentre altri e altre abbaiano, miagolano, stronfiano, irretiscono (o ci provano rimediando pubblici sputtanamenti), affettano (stucchevolmente), vagano come allampanati senza meta non frequentando se non sporadicamente l’Ufficio a cui sarebbero preposti, alcuni (guarda caso i pochi ma buoni!) sono emarginati o estromessi e l’Italia di oggi rischia di finire peggio dell’Italietta di ieri.
Noi guardiamo tutto il mondo ma scriviamo da Novara dove - cara Presidente del Consiglio - se vieni a farti un giro “non come turista ma come ospite” potresti avere un bell’esempio (magari passando anche da Trecate, da Biella, e poi facendoti un giretto a Torino e in qualche Ospedale) dell’origine dei tuoi problemi e di chi devi mandare a casa se non vuoi tornare alle origini. Quelle del 4% intendiamo!
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