Consigliere Pirovano, una riconferma all’unanimità come Segretario provinciale del PD novarese che non è stata messa in dubbio tanto che Lei era l’unico candidato. Condivisione o altro?
Sicuramente c’è stato un grande lavoro di condivisione, per me è anche un punto di partenza per rinnovare e rafforzare il rapporto con il territorio. Essere l’unico candidato è una responsabilità, più che un privilegio, significa dover dimostrare di meritare l’ampia fiducia ricevuta, trasformandola in un lavoro concreto e inclusivo. La sfida ora è superare le dinamiche interne e costruire un percorso partecipato, capace di coinvolgere energie nuove e portare risposte reali ai cittadini.
A Novara, tra due anni, si concluderà il secondo mandato Canelli. Qualche alleanza, magari strategica, in vista?
Con la fine del secondo mandato di Canelli, il centrosinistra ha un’occasione cruciale per proporre un’alternativa credibile. A cominciare dalle alleanze, che devono avere gli stessi valori, con progetti chiari e condivisi, evitando accordi di facciata che rischiano di essere percepiti come opportunistici. L’obiettivo deve essere un programma di largo respiro che metta al centro lo sviluppo sostenibile, il lavoro e la qualità dei servizi, puntando a una visione di Novara moderna e inclusiva.
L’attuale momento storico e politico è fonte, nonostante tutto, di incertezze e, talvolta, sembra pregno di ideologie anacronistiche. Fuffa o fondati timori?
Le incertezze politiche di oggi nascono dalla difficoltà di rispondere a problemi complessi con soluzioni adeguate. Ideologie che sembravano archiviate tornano a emergere perché il disagio sociale cresce, ma rispolverare ricette anacronistiche non è la risposta. Il timore fondato è che, senza un cambio di passo, la politica si limiti a rincorrere le paure, invece di anticiparle e risolverle. È il momento di parlare chiaro e agire con pragmatismo, abbandonando sia la fuffa che il nostalgismo sterile.
Non le sembra che, come evidenziato da Giorgio Gori in un recente incontro proprio qui a Novara, sia il momento di prendere atto che la sicurezza è un’esigenza sempre più sentita, che non deve più essere solo prerogativa della destra e che il buonismo a prescindere fa solo danni?
La sicurezza è un bisogno reale, non un terreno ideologico. Come sottolineato da Giorgio Gori, non può essere lasciata alla destra né banalizzata con il buonismo. Garantire sicurezza significa affrontare le cause profonde del disagio, migliorare la presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio e adottare politiche inclusive. È necessario un approccio equilibrato, che rafforzi la coesione sociale senza cedere al clima di paura e divisione.
Parliamo di Novara, che in fondo è uno spaccato dell’Italia che lavora, produce e genera ricchezza, ma ha un gran bisogno di novità che la rendano attrattiva, più protagonista e in grado di far fronte ad iniziative economico-sociali che necessitano però (vedasi ad esempio nuovo ospedale, Università e Silicon box) di un’organizzazione di servizi e di una idonea mobilità che non soffochi e isoli il cittadino ma che contribuisca, invece, a farne un polo moderno senza pretermettere salute e ambiente?
Novara è un esempio di come l’Italia possa produrre valore certo, ma anche di come rischi di rimanere indietro senza investimenti strategici. Progetti come il nuovo ospedale, l’università, e Silicon Box sono fondamentali, ma vanno inseriti in una visione più ampia: potenziare i trasporti pubblici e creare una mobilità sostenibile; organizzare servizi efficienti che non soffochino il cittadino; promuovere l’innovazione senza sacrificare la salute e l’ambiente. Novara deve diventare un laboratorio di modernità capace di attrarre nuove generazioni e offrire un’ottima qualità della vita, mettendo le persone al centro.
Partiamo da una premessa: Canelli ha lavorato bene. Ha fatto scelte importanti, qualcuna probabilmente sbagliata (vedi polo logistico "a cappuccio" di Pernate e si aspetta ancora il TAR...), ma nell’insieme è stato un buon Sindaco, anche se non ha potuto contare su idoneo impegno di alcuni dei suoi Assessori. Chi tenterete di mettere al suo posto?
Canelli ha dimostrato capacità amministrative, ma non è stato esente da scelte discutibili, a partire dalla scelta della squadra, a detta di tutti una delle peggiori di sempre, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Poi c’è il caso del consumo eccessivo di suolo, come il polo logistico di Pernate e non solo; aver anche permesso l’apertura di un numero eccessivo di supermercati. Per il centrosinistra, è fondamentale proporre un candidato che rappresenti una vera alternativa, con un programma chiaro e ambizioso. Il prossimo Sindaco deve avere la capacità di affrontare le sfide del futuro, superando sia l’autocompiacimento che l’improvvisazione.
Trovarlo un non narcisista! Andiamo avanti. Apparentemente Fratelli d’Italia ha un grande consenso. Bolle e balle!? Se guardiamo i fatti… Lei cosa vede?
Il consenso elettorale di Fratelli d’Italia è indubbio, ma i fatti raccontano un’altra storia. Promesse spesso non mantenute e una visione troppo ideologica rischiano di rivelarsi inadeguate di fronte alle esigenze reali della comunità locale. Noi abbiamo il compito di mettere in luce le contraddizioni della destra, proponendo soluzioni concrete che rispondano alle aspettative dei cittadini senza scivolare nella propaganda.
Molto delicato! Pirovano, ci faccia una sintesi di quanto vorreste fare da qui a due anni e cosa vi piacerebbe realizzare. Avrete un progetto, vero?
Nei prossimi due anni siamo chiamati a costruire le basi per un programma concreto di governo, a partire dai servizi essenziali, come ad esempio avere asili nido accessibili soprattutto per chi lavora; avere più spazi verdi e tutela della qualità dell’aria e dell’acqua; avere una mobilità moderna che risponda alle esigenze reali dei cittadini, con un piano integrato per ridurre traffico e inquinamento; pensare a uno sviluppo economico che incentivi le imprese che sostengono il lavoro, soprattutto quello giovanile. Servizi e welfare in grado di rafforzare l’assistenza sociale. Ma non basta un programma, serve una visione che unisca la comunità e la proietti verso un futuro sostenibile e innovativo.
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