Dicono che ieri, a una tavola che di rotondo aveva solo il nome, al femminile, del locale che ospitava la colazione, il piccolo consesso colà riunito - per la cui descrizione, forse, solo il buon Giosuè Carducci in stile “Comune rustico” potrebbe delineare con dovuto garbo talune presenze - sia stato, invece, molto spigoloso.
Già, perché a quanto si è diffuso nell’aria novarese che, in quel punto, rimane ubicata in una sorta di crocevia tra:
- la Caserma dei Carabinieri;
- il Pronto Soccorso e l’Ospedale Maggiore (la Procura è più all’interno);
- Viale Verdi (negli ultimi anni dell'occupazione austriaca del Lombardo-Veneto "Viva Verdi" per i futuri italiani significava "Viva Vittorio Emanuele Re D'Italia” e permetteva loro di manifestare i propri sentimenti sviando la censura);
- il Parco dell’Allea (dove un importante ex-Sindaco porta a scorrazzare il suo “cagnone”),
i Meloniani de noantri non hanno discusso del Manifesto di Ventotene o dell’osannato Benigni.
Non hanno dibattuto se il de-contestualizzare ed espungere dal Manifesto solo talune affermazioni (peraltro alcune, va riconosciuto, di estrazione vetero-leninista e forse dovute alla drammatica situazione che si trovavano a vivere gli autori) e riportarle spurie sia stata o meno un’azione (s)corretta della loro Giorgia, in puro stile popolar-demagogico.
Non hanno dissertato del fatto che ci sia stata una vergognosa reazione sinistrorsa o, invece, una giusta, sincera e forte rivendicazione di idee liberali e antifasciste da parte di alcuni esponenti che stavano per affogare tra lacrime da funerale di stato e di Stato (trovare quelle vere tra le due è un’impresa).
Non hanno parlato dell’abolizione della proprietà privata o della ridistribuzione dei redditi o del riuso di magazzini e locali abbandonati a Novara.
Ma di cosa hanno parlato il capotavola - Sen. Nastri - e gli altri, pochi, commensali?
Ah, saperlo!
Potremmo ipotizzare - certi che l’argomento non sia stato la presenza o la mancanza di etica, o la libertà di stampa (e quell’articolo 21 della Costituzione che spesso taluni dimenticano), o una discussione sugli obblighi giuridici di impedire un evento - qualcosa di più terreno, più circoscritto, di più importante per la realtà novarese?
Sì, potremmo ipotizzarlo. Appunto, ipotizzarlo e basta. Ma non lo facciamo perché in certe situazioni anche i giganti hanno i piedi d’argilla. E, desideriamo dirlo, tra i commensali presenti ieri qualcuno sarebbe, anzi è, in grado di dissertare sugli argomenti citati e su molti altri. Non tutti però. Ma se conta il consenso, anche a scapito della competenza, conta anche la radice del consenso e pure dove si semina e dove si va a raccoglierlo questo consenso, perché poi “pacta sunt servanda”, come tutti sanno.
Magari qualcosa lo capiremo alle prossime elezioni, ma non del Segretario cittadino. Sempre che le parentele partitali non implodano prima. Intanto i più fervidi Auguri non possono che andare nella direzione di auspicare che sia reso ciò che è stato dato.
Champagne!!!
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