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venerdì 28 marzo 2025

A tutti i residenti nel Monarcato di TriOnzo, dal Teatrino immaginario di Me.Fisto il “Sogno di una notte di mezza primavera”.

Brera 1891 - L'ignavia, statua di Achille Alberti, che ottenne i premi Fumagalli e Tantardini (Incisione di E. Mancastropa)

 

“Mia Maestà, Principe NapOnzo, ho saputo cose incredibili da sudditi residenti nel Monarcato dell’Imperatore TriOnzo!”

 

“E allora riferiscimi, GiocOnzo, ma prima solleva le tue membra così ch’io possa guardare i tuoi occhi e le tue rotule trovino un po’ di sollievo dai tanti ceci che, in questi anni, hanno dovuto sopportare sotto il peso dei peccati commessi. E dimmi; cosa ti spinge a spargere, adesso, il tuo fiele?!”

 

“Sire, la mia sarà ignorante viltà, ma mai e giammai sarà commisurabile alla turpitudine di PitOnza, lo giuro! Il fiele, ahimè, il fiele l’ho bevuto pure io, mio malgrado e Vivaddio!”

 

GiocOnzo, orsù, non parlare di virtù, non è il caso, e proprio tu!”

 

“Maestà, perdonate l’incoerenza che però non è saccenza, nonostante l’arroganza mi abbia leso l’apparenza. Della Vostra, di Virtù,  devo accingermi a parlare,  e di colei che proprio essa, ci teneva ad attentare.

Non da sola la PitOnza Vi voleva screditare, ma con altra rapatOnza, sì ben scaltra da accettare”.

 

“Questa storia la conosco, o GiocOnzo, cosa credi!? E so anche che a TriOnzo ben è nota la novella. La conosce a menadito perché già quel tentativo con Talaltro fu attuato, mio prescelto nel passato. “Tomo tomo, cacchio cacchio”, dalla  stampa esautorato e già da me dimenticato.

 

Non ignoro, tuttavia, del passato più vicino, quel che a me fu confidato, dal TriOnzo altolocato, accertato e dichiarato.  Anzi, ti dirò di più: la PitOnza profittò della fame del bovaro, nella Granda già allocato, per raggiungere il suo scopo che sarà, presto, esecrato!”

 

“Maestà immensa e Onnipotente che hai compreso la fetente, anche Talaltro, come Te, fu davvero assai prudente. Nella rete non cascò, la pulzella rifiutò”.

 

“Or taciamo, car GiocOnzo, in attesa del GiuriOnzo,  e rammenta se ti chiama, non difender alcun sottana, ma dì pur la verità, forse il cul ti salverà!”

 

La ricettazione viene considerata più grave del furto perché raramente il ladro ruba per sé, a meno che non si tratti di cose da mangiare e sia, disperatamente, affamato. La quasi totalità di furti non avverrebbe se non ci fosse qualcuno disposto ad acquistare la refurtiva: il ricettatore.

 

La prostituzione, a meno che non riguardi minori, non è reato per il nostro ordinamento. Lo è, invece, l’induzione, il favoreggiamento e lo sfruttamento di essa.

 

Il delitto di ricettazione lo abbiamo citato come metafora. Lo sfruttamento della prostituzione come elemento comparativo perché se è vero che “un buon tacer non fu mai scritto” il cattivo e ignavo tacer è biasimevole e sì, fa un po' schifo. N'est-ce pas?

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