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venerdì 28 febbraio 2025

"Essere o non essere, questo è il dilemma" disse il buon Amleto prima della tragedia... Pace a te, fratello mio, pace a te, sorella mia!

 

In teoria, almeno in questo, per quanto strano non ci sarebbe nulla di vietato ma... quando si trattano le persone come una scarpa e una ciabatta c'è qualcosa che non funziona. Già, già, è proprio vero che "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma". Tocca vedere, però, in cosa si trasforma. Anche perché il buon Lavoisier - a cui si attribuisce tale principio (meglio conosciuta come legge) - fu ghigliottinato in quanto accusato di tradimento.  Insomma tra aggiudicarsi un premio Nobel o un cane "parte seconda" la differenza diventa sottile pur se evidente e molto, troppo chiara!

Politicamente parlando, il percorso che porta dalle stalle alle stelle o meglio, dalle stelle alle stalle, potrebbe essere più breve del tragitto che da Novara porta a Roma. O viceversa!

NO-VE Settimane e 1/2

 


giovedì 27 febbraio 2025

Novara: Consiglio comunale. Finalmente un bel momento di vera politica, grazie soprattutto al PD e alla Lega. Canelli chiama, Fonzo risponde!

 Si dice che non bisognerebbe mai tornare nei posti dove si è stati felici  ma oggi, volendo sfidare la metà di  tale imperativo categorico, siamo passati da Palazzo Cabrino mentre era in corso il Consiglio comunale. Un attimo fuggente servito per cogliere qualche sorriso fatto col cuore, percepire taluni fastidiosi pruriti mal celati, constatare  manifesta e superiore aria di indifferenza ma, soprattutto, poter gioire per la positiva pragmaticità e competenza confidate da titolari addetti ai lavori, Sindaco in primis, per l’intervento del capogruppo del Partito Democratico Nicola Fonzo  che, pur avendoci abituati da sempre all’incisività dei suoi interventi - ben al di sopra, politicamente parlando, di quanto siamo stati mediamente resi adusi a sentire in questa seconda sessione canelliana - ha saputo coniugare obiettività, umiltà e capacità di riconoscere la validità della scelta partenariale pubblico-privato per la gestione di due importanti beni comunali: il Teatro Faraggiana e il cosidetto spazio Nova nella ex Caserma Passalacqua.

Adesso, dopo un bel respiro per la lettura di un periodo eccessivamente lungo che, probabilmente, ne impedirà la comprensione funzionale a chi, durante l’intervento di Fonzo, non è riuscito a risparmiarsi (riferite) battute idiote, forse persesi nell’abbondanza di saliva sparsa a fiotti ma priva di DNA (inversamente proporzionale ai redditi dichiarati),  possiamo concludere che, finalmente, un barlume di bella politica ha illuminato l’odierno consesso comunale novarese.

Premesso quanto sopra e in attesa di risultanze investigative per i noti fatti di cui tutti chiedono notizia (anche in Parlamento) ma nessuno parla o dà contributi (non si sa mai);

 verificato come taluni politicanti stentino a nascondere la loro civica antipatia, forse consci dell’intuizione circa il vero e ultimo fine nel fare la “loro” politica (contezza che gli dà  più fastidio delle zecche); 

constatato che, come in tutti gli sport anche qua ci sono pochissimi campioni, alcuni talenti, buoni giocatori, schiappe e portaborse (anche provocanti e provocatorie ma pure un po’ scemette); 

riscontrato che  navigati allenatori hanno, pur di intercettare voti, completamente sbagliato a creare la propria squadra; 

ci pare di aver percepito oggi (ieri per chi legge) che tutte le forze politiche abbiano vinto tranne il predetto team che, anche in questo Consiglio ha perso, da solo e  nonostante le apparenze. Forse perché qualche suo componente (non necessariamente maschile) era  sempre stato contrario ritenendo (almeno Nova)  una scelta sinistrorsa, mentre erano e sono state scelte importanti, inclusive e per tutti?





sabato 22 febbraio 2025

Novara, nuovo Comunicato del "Patto per il Nord" mentre tutto scorre. Beh, quasi tutto!

 

Riceviamo e pubblichiamo "tel quel" il nuovo "Comunicato" del "Patto per il Nord"  inoltratoci da Maurizio Gavioli. Il tutto mentre - come avrete appreso dalle cronache locali - a Trecate il Sindaco Binatti ancora in forza a Fratelli d'Italia, dimostra la sua grande serietà ed affidabilità mantenendo la parola data a Tiziana Napoli, omonima della Consigliera comunale novarese (che però non era della Lega, non è passata a  Fratelli d'Italia e fa invece parte della lista civica Forza Novara. E, forse, è anche meno alta); sempre a Trecate rimane quindi  Assessore la Dattrino che però è  della Lega (e dicono pure che sia una grande lavoratrice: per far bene l'Assessore è "politicamente" migrata) mentre a Novara ancora Fratelli d'Italia pare sia impegnaTO in altro. E si capisce anche perché il buon Canelli abbia voluto far tenere una lezione sulla nuova formula contrattualistica di partenariato pubblico-privato. Prima di inciampare in cooperative sociali e ATI create ad capocchiam è meglio premunirsi e dare al popolo anche panem et circenses! Sì avete ragione, bisogna conoscere Giovenale ma chi non è così curioso da fare una ricerca può sempre usare l'intelligenza artificiale se carente della propria. Insomma, mentre la vicina Milano Maranza soffre e spera che la magistratura capisca quanto è importante l'attività edilizia, a Novara non c'è questo tipo di problematiche da risolvere (oltre tutto il buon Zoccali da solido rugbista regge bene gli urti sociali).  E mentre tutto tace, chetamente, come l'acqua, c'è chi sussurra, chi mormora, chi l'acqua la tiene in bocca e chi, invece, in bocca ha solo veleno: occhio a inghiottirlo!

 


Associazione confederale

di Associazioni, Comitati, Movimenti e Partiti Politici

Novara  24 Febbraio  2025

 

                                                                                  Agli Organi di Informazione

 

                                                                                 

 

COMUNICATO STAMPA

 

           

Apprendiamo con piacere, ma anche con scetticismo, la notizia come il Comune di Novara, abbia finalmente deciso di affrontare l’annoso problema dell’abbandono dei rifiuti.

Peccato che, come spesso abbiamo visto, le promesse suonino più come dichiarazioni di intenti che come azioni concrete.

Come tanti altri quartieri periferici anche Pernate soffre da molto tempo il problema dell’abbandono che non sarà certamente risolvibile con semplici fototrappole, né tantomeno con l’apparente volontà di “sistemare” le cose senza affrontare la radice del problema, il vero assente sul territorio: l’Ammirazione Comunale.

Purtroppo, anche la sicurezza non è mai stata una priorità.

Infatti, come per altri quartieri, anche Pernate negli ultimi mesi sta vivendo una crescente insicurezza con numerosi furti in abitazioni che nemmeno la vicinanza del Comando di Polizia Municipale e tantomeno quella della Polizia Stradale hanno impedito che le abitazioni fossero violate.

La sicurezza rimane una delle priorità assolute, e sarebbe auspicabile un intervento coordinato che vada oltre l’emergenza perché è evidente che la sorveglianza non basta se manca un piano integrato di prevenzione e di intervento

E mentre si torna a parlare di Alta Velocità a Novara, i Penatesi conoscono ben altro tipo di alta velocità: non quella dei treni, bensì delle auto e delle moto che, ignorando ogni segno limite, sfrecciano per le strade che attraversano il paese e a nulla sono serviti quei due dossi installati nel tempo sono sembrati più una messa in scena, un “contentino” che un reale deterrente, una panacea che non risolve nulla e lascia il paese esposto alla velocità incontrollata.

Diversi anni fa sono state spese ingenti somme, soldi della comunità, per rifare la piazza e la pavimentazione circostante, ma oggi vediamo il risultato e la domanda nasce spontanea: può considerarsi manutenzione rattoppare con il catrame i punti laddove nel tempo è venuto meno il ciottolato?

Seriamente, può considerarsi adeguata manutenzione quella di riempire di catrame i buchi lasciati dai paletti che delimitano i marciapiedi piuttosto che quella di riempire il buco lasciato da un palo dell’illuminazione abbattuto a seguito di un incidente invece di ripristinarlo?

Che senso ha avuto spendere tutti quei soldi, i nostri soldi, se non viene ripristinato il ciottolato o se dissuasori e i lampioni danneggiati non vengono più sostituiti?

L’istituzione delle consulte di quartiere è mera fantascienza, fumo negli occhi perché il vero problema è l’assenza delle Istituzioni e di chi deve controllare e vigilare lavori e territorio.

Non ci servono passerelle politiche, basta selfie, basta annaffiatoi e palloni gonfiati, vogliamo vedere il cambiamento, fatti concreti e risposte che facciano la differenza.

Il tempo dei proclami è finito, il vostro tempo sta per scadere.

 

 

Distinti saluti,


giovedì 20 febbraio 2025

Il voto di scambio: interessante sentenza della Corte di Cassazione (Cass.,Pen., Sez. V – n. 42651/ 2024).


Buona lettura!


Il reato di voto di scambio si configura come un accordo illecito tra un candidato o un politico e un elettore, per cui quest'ultimo promette di esprimere il proprio voto a favore del primo in cambio di favori, denaro o altri benefici. Tale comportamento compromette gravemente i principi democratici di trasparenza e uguaglianza elettorale e, pertanto, è rigorosamente perseguito dalla legge.

In particolare, l'articolo 416-ter punisce «Chiunque accetta, direttamente o a mezzo di intermediari, la promessa di procurare voti da parte di soggetti appartenenti alle associazioni di cui all'articolo 416-bis o mediante le modalità di cui al terzo comma dell'articolo 416-bis in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità o in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione mafiosa è punito con la pena stabilita nel primo comma dell'articolo 416-bis». Allo stesso modo è punito «chi promette, direttamente o a mezzo di intermediari, di procurare voti nei casi di cui al primo comma». Il terzo comma dispone che «Se colui che ha accettato la promessa di voti, a seguito dell’accordo di cui al primo comma, è risultato eletto nella relativa consultazione elettorale, si applica la pena prevista dal primo comma dell’art. 416bis aumentata della metà». Ovviamente «In caso di condanna per i reati di cui al presente articolo (n.d.a. art. 416 ter) consegue sempre l’interdizione perpetua dai pubblici uffici». 

Una delle modifiche più rilevanti è stata introdotta nel 2014 con la legge n. 62, che ha inasprito le pene e ampliato le fattispecie di reato. Con questa riforma, non solo l'offerta di denaro, ma anche di favori o altri vantaggi personali o professionali, rientra nella definizione di voto di scambio.

In soldoni, per configurare il reato di voto di scambio, è necessario che sussistano alcuni elementi:

-        Deve sussistere un accordo tra le parti, in cui l'elettore promette di votare in un determinato modo in cambio di benefici.

-        Il beneficio promesso può essere di natura economica, ma anche un vantaggio personale o professionale.

-        Entrambe le parti devono essere consapevoli dell'illiceità dell'accordo.

La nuova formulazione dell'art. 416-ter ne ha ampliato il campo applicativo sia dal punto di vista soggettivo che oggettivo. Sotto il primo profilo:

è previsto che la promessa di procacciare voti può essere ricevuta sia dall'uomo politico sia da intermediari e può provenire tanto da soggetti estranei alla consorteria criminosa, quanto da esponenti del sodalizio mafioso. 

Sotto il secondo profilo:

 la controprestazione della promessa non è più limitata al denaro e alle altre utilità ma comprende anche la disponibilità «a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione mafiosa».

Per effetto delle modifiche introdotte dalla legge n. 43 del 2019, l'art. 416-ter punisce puramente e semplicemente l'accordo stipulato con l'appartenente ad un'associazione mafiosa. Quanto poi all'ipotesi in cui l'intesa che contempli l'utilizzo delle modalità mafiose, occorre ancora una volta richiamare l'insegnamento della giurisprudenza di legittimità secondo cui tali modalità «ricorrono anche quando il soggetto che si impegna a reclutare i suffragi è persona intranea ad una consorteria di tipo mafioso, ed agisce per conto e nell'interesse di quest'ultima, sicché non è necessario che l'accordo concernente lo scambio tra voto e denaro o altra utilità contempli l'attuazione, o l'esplicita programmazione, di una campagna elettorale mediante intimidazioni, poiché in tal caso il ricorso alle modalità di acquisizione del consenso tramite la modalità di cui all'art. 416 bis c.p., comma 3, può dirsi immanente all'illecita pattuizione» (Sez. 5, n. 42227 del 03/09/2021, Galletta, Rv. 282041 - 01; Sez. 6, n. 25302 del 19/05/2015, P., Rv. 263845 - 01). 

In proposito pare opportuno ricordare che il concorso di persone (anche e soprattutto esterno in questo caso) può essere sia di natura materiale, sia di carattere morale quando rafforza o consolida il proposito criminoso dell'agente. 





lunedì 17 febbraio 2025

Novara: si è presentata l'Associazione "Patto per il Nord". Riceviamo e pubblichiamo il comunicato inviatoci.

Riceviamo e pubblichiamo, come fatto con altre forze politiche anche singolarmente manifestatesi, il Comunicato inviatoci dall'amico Maurizio Gavioli relativo alla neo-costituita Associazione "Patto per il Nord". Il ritardo - di cui ci scusiamo -  è dovuto ai molti impegni che avevamo in questi giorni compresa la necessità di vigilare su argute donzelle che sono riuscite a fare la solita, magra, figura! Forse chi tira le fila dovrebbe ormai aver capito che ci vuole veramente poco ad essere trascinati negli abissi, anche politici. 

A prescindere dalle ideologie, sulle quali si può essere d'accordo o meno (e non è nostro intento valutare istanze politiche, per adesso, ma presto - probabilmente - sarà il momento di farlo con le persone in cui crediamo) ci sembra corretto dare il giusto spazio a chi, come altri, ha voluto veicolare, anche tramite questo blog, la propria volontà di esserci, coerentemente e costantemente. E allora, Buona Fortuna a Maurizio e "soci"!



PATTO PER IL NORD 
Associazione confederale
di Associazioni, Comitati, Movimenti e Partiti Politici

 

 

Novara 05 febbraio 2025

 

 

Agli Organi di Informazione

 

COMUNICATO STAMPA

 

 

 

Sabato 25 gennaio 2025, il "PATTO PER IL NORD" si è ufficialmente presentato a NOVARA in una conferenza stampa affollata di sostenitori, simpatizzanti e curiosi di quella che è a tutti gli effetti l'unica vera voce dei territori del Nord, la parte del paese che mantiene in piedi il sistema.

A tenere a battesimo sul territorio novarese è stato Paolo Grimoldi, Segretario Federale ed uno dei padri fondatori, che ha illustrato chi e cosa rappresenta il PATTO per il Nord ovvero una Associazione confederale, fondata su principi di democrazia che rappresenta Associazioni, Comitati, Movimenti, Partiti Politici, Confederazioni di sigle e Liste Civiche in un Grande Sindacato del Nord.

Quel NORD che reclama rappresentanza, che chiede concretezza, che chiede una politica a tutela dei territori, del tessuto produttivo/industriale, di programmazione infrastrutturale. 

Quel Nord che non può rimanere in silenzio, di fronte ai 15 miliardi per il ponte sullo stretto di Messina o ai 55 per i forestali della Sicilia, quel Nord al quale si sono raccontate favole come l’abolizione della Legge Fornero e delle accise sui carburanti.

'Il Nord siamo solo noi', come recita una frase ripetuta da Grimoldi in conferenza stampa, che vuole ricordare e sottolineare chi quel Nord lo ha abbandonato, dimenticato, tradito. 

'La speranza divampa' è la frase che campeggia sul manifesto con il simbolo dell'associazione, Pinamonte da Vimercate, siamo coloro che intendono tenere viva la speranza di cambiare e migliorare la vita del popolo del Nord.

Patto per il Nord ha uno scopo preciso: riportare la questione settentrionale al centro della politica e nel frattempo si sta ramificando in tutte le province del Nord, segno evidente che la gente è stufa dell’attuale politica dei falsi proclami.

Siamo certi di tornare a far sentire la voce del Nord, attraverso il consenso dei popoli che in quel Nord vivono, lavorano e producono. 

Distinti saluti,

PATTO PER IL NORD

 

 

PATTO IL NORD NOVARA e PROVINCIA        e-mailpattoperilnordnovaraeprovincia@gmail.com

sabato 15 febbraio 2025

Politica a Novara: dopo la (1^ e 7^) Commissione consiliare congiunta qualche domanda bisognerebbe farsela!

 

 

Venerdì 14 Febbraio 2025 (cioè ieri) dalle ore 9.00 (più o meno) in poi nella  Sala Consiliare di Palazzo Cabrino  si è riunita la Commissione consiliare congiunta  per la: "Discussione e approvazione del regolamento per il garante delle disabilità". Commissione il cui svolgimento  ci è stato sommariamente raccontato da un po' di persone.

Ieri ci ha telefonato, per esempio, anche il prof. Rorschach il quale ci ha riferito - la foto della Commissione riunita è quella sopra riportata e ripresa dall'alto - che: 

a) l'Assessore Armienti gli sembrava sufficientemente incavolata. Anzi no. Proprio incazzata! E aveva un pipistrello che le volava intorno;

b) il Consigliere Gigantino pareva avere ali di farfalla, come intravisto negli spazi bianchi intramaculari dell'immagine ma, con intermittenza, nella macchia, quando il Consigliere medesimo eccezionalmente  relazionava (in genere lo fa l'Assessore), appariva sullo sfondo la Sacra Sindone - giunta apposta dalla Cattedrale sabaudia per l'occasione -;

c) quello che ai più è sembrato un bacino, lo era. Era il bacino immobile dell'Assessore Moscatelli, che statuaria e stranamente silente avrebbe dovuto far comprendere che "non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca docet, vero prof.?);

d) altri affermavano di intravedere nella tavola la testa di un coleottero sebbene, in realtà, si trattasse dello scuotimento della capoccia del Consigliere Pirovano (peraltro Presidente della commissione) a cui il movimento era trasmesso dalla girandola delle parti basse dovuta, forse, al fatto di avere letto su qualche giornale anticipazioni di ciò che  prima doveva essere discusso in aula. 

Dopo aver ringraziato il buon Rorschach, ci limitiamo ad osservare, quanto a presunte paternità assunte in nome del buon Dio che «mater semper certa est, pater numquam».

Ecco, quanto ai test... forse bisognerebbe farne qualcun altro!

 


venerdì 14 febbraio 2025

Ultimissime da Novara! Tutti a scuola di Amministrazione pubblica!

😂😂😂

Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”.

Ci sono solo due cose che non si possono controllare. E Nastri lo sa!

 

 

lunedì 10 febbraio 2025

Cara Meloni, vieni a Novara «ma non come turista, come ospite» e capirai tante cose...

Probabilmente neanche uno studioso di diritto costituzionale avrebbe mai immaginato che gli ultimi avvenimenti, internazionali, nazionali, regionali (in un certo senso anche metropolitani) provinciali e persino comunali gli sarebbero stati offerti in dono tutti insieme, e contestualmente, dandogli modo di spiegare ai suoi studenti la gerarchia delle fonti, perché esista la divisione dei poteri, quali siano gli Organi costituzionali e  quali quelli di rilievo costituzionale, da cosa possano nascere le crisi parlamentari e, soprattutto, quali siano quelle extraparlamentari (solo per queste ultime ricordiamo che sono quelle che si aprono in conseguenza di una crisi politica all’interno della maggioranza che sostiene il Governo: in senso a-tecnico i Consigli regionali, quelli provinciali e quelli comunali sono, in effetti, piccoli parlamentini).

E chissà se la tanto amata e tanto odiata Giorgia Meloni stia vivendo interiormente una sorta di "caos calmo", come il Pietro interpretato da Nanni Moretti che, rimanendo vedovo proprio quando aveva appena salvato la vita ad una sconosciuta, elabora «una sua personale forma di lutto che lo porta a isolarsi dal mondo mettendo in "stand by" la propria vita».

Questo perché proprio Giorgia Meloni - che quando ha accettato l’incarico di Presidente del Consiglio parlava di «tetto di cristallo infranto» - sta rischiando, adesso, che tutto quello che ha costruito in anni di gavetta e le aveva consentito di portare Fratelli d’Italia a diventare il primo partito del Paese, le si sbricioli altrettanto velocemente sotto i piedi, con ferite dolorose e piaghe altrettanto venefiche.  Un paragone improprio?

No, crudele ma non improprio e, per dire la verità, con terremoti mediatici e giudiziari che l’hanno colpita ovunque, nel pubblico e nel privato, causandole dolore e danni, creandole ostacoli e frapponendo ogni benedetto giorno alla sua azione di governo una serie di intralci, sbarramenti  e imbarazzi che avrebbero già buttato giù un’armata.

Purtroppo o per fortuna (questo potremmo arrivare a non saperlo in tempo) un uomo solo al comando - a parte Fausto Coppi - ha sempre e solo fatto danni. E la Meloni, pur se donna, anche se non vorrebbe essere da sola lo è comunque perché, dove si gira e si rigira, le combinano solo guai che poi aumentano, ovviamente, nel momento in cui cerca di por loro rimedio da sola: tra “Avvisi”, “Informazioni di garanzia”, “Richieste di rinvio a giudizio”, “Rinvii a giudizio”, “Esposti”, cappelle, novelle e boiate varie che ogni giorno si trova  ad affrontare lei ruggisce alla Giorgia maniera mentre altri e altre abbaiano, miagolano, stronfiano, irretiscono (o ci provano rimediando pubblici sputtanamenti), affettano (stucchevolmente), vagano come allampanati senza meta non frequentando se non sporadicamente l’Ufficio a cui sarebbero preposti, alcuni (guarda caso i pochi ma buoni!) sono emarginati o estromessi  e l’Italia di oggi rischia di finire peggio dell’Italietta di ieri.

Noi guardiamo tutto il mondo ma scriviamo da Novara dove - cara Presidente del Consiglio - se vieni a farti un giro “non come turista ma come ospite” potresti avere un bell’esempio (magari passando anche da Trecate, da Biella, e poi facendoti un giretto a Torino e in qualche Ospedale) dell’origine dei tuoi problemi e di chi devi mandare a casa se non vuoi tornare alle origini. Quelle del  4% intendiamo!

 

domenica 9 febbraio 2025

La politica sporca: quando il più pulito ha la rogna si manda avanti la cavallina storna che, se tace, non ritorna!

 


Oggi, in attesa di altre novità che presto, forse, smetteranno di volare sul territorio perché verranno impallinate, facciamoci due risate raccontando il post-fatto del fallito tentativo di approccio al povero Me.Fisto. Non bastava che smettesse di pubblicare su un quotidiano, no! Bisognava andare oltre, mandare avanti la cavallina storna e poi disarcionarlo non appena avesse provato a... cavalcarla!

San Gaudenzio (a parte che tu hai visto anche altre cose) prega per me!

San Matteo (in onore del passato) prega per me!

San Giuliano... no, no, tu lascia stare, non pregare per me, che già hai cose tue a cui pensare

Tutti i nomi alla prossima puntata!

sabato 8 febbraio 2025

CONFERENZA STAMPA DEL PD: A NOVARA E IN REGIONE SI PREPARA UN TERREMOTO POLITICO? DOPO I CORVI ARRIVERANNO GLI AVVOLTOI?

 

MALA TEMPORA CURRUNT SED PEIORA PARANTUR!

Dopo la conferenza stampa di questa mattina da parte del PD potrebbe calare una mannaia sulla politica novarese. E pure la Regione ne potrebbe uscire azzoppata. Quanto evidenziato dai Dem, infatti, ha e potrebbe avere - a nostro avviso - risvolti giuridici (oltre che politici) impattanti sia su Novara sia su Torino.

In un momento storico come quello attuale sarà ancora una volta la magistratura che dovrà sciogliere nodi e dubbi apparsi in un orizzonte che si fa più cupo che mai. Specialmente quando tutto è scritto, e pure male, o - magari - non lo è per niente.

E, anche a Roma, qualcuno s'adirerà molto. Ne siamo sicuri così come siamo sicuri che la colpa naufragherà, vagabonda, in un mare in tempesta di recriminazioni parentali reciproche.  

Comunque, non vogliamo rovinarvi la sorpresa: leggete i giornali (dipende quali, ovviamente)!

 

domenica 2 febbraio 2025

Fabrizio Corona, Fedez e Chiara Ferragni: tra gossip, privacy e violazioni contrattuali. E, a seguire, risposte a domande importanti: “Perché facciamo delle confidenze e riveliamo dei segreti e poi chiediamo di non dirlo a nessuno?”

di Riccardo Lanzo - Avvocato - e Mario Paganini - Criminologo 

 

 

Il caso che sta infiammando il mondo del gossip e del diritto vede protagonisti Fabrizio Corona, Fedez e Chiara Ferragni. Da una parte, il re dei paparazzi, che ha rivelato dettagli scottanti sulla crisi tra il rapper e l’imprenditrice digitale. Dall’altra, la coppia più chiacchierata d’Italia, che ora potrebbe passare al contrattacco, invocando violazione della privacy, diffamazione e persino una penale da 100.000 euro per ogni notizia diffusa.
Ma dove si trova il confine tra libertà di informazione e tutela della vita privata? E, soprattutto, quali rischi corre Corona?


Le rivelazioni di Corona: gossip o violazione della privacy?


Fabrizio Corona ha dichiarato pubblicamente di aver ricevuto confidenze da Fedez, rivelandole poi senza esitazione. Il rapper, da parte sua, ha ammesso di aver parlato con Corona, ma mai con l’intento di veder trasformate le sue parole in titoli scandalistici.

Il problema legale che si pone è chiaro: un VIP ha diritto alla privacy o, essendo un personaggio pubblico, deve accettare che la sua vita sia sempre sotto i riflettori?

Il diritto alla privacy per i VIP: c’è un limite?


Anche se Fedez e Ferragni sono personaggi pubblici, la loro privacy non è annullata. La legge italiana e il GDPR tutelano la vita privata e familiare, a meno che le informazioni diffuse abbiano un reale interesse pubblico (ad esempio, se riguardassero attività illecite o influenzassero direttamente la collettività).


Nel caso di rivelazioni su una crisi matrimoniale, il confine è sottile:

• Se le notizie riguardano aspetti personali senza impatto pubblico, Fedez e Ferragni possono chiedere la tutela della privacy.

• Se le informazioni hanno un’influenza sulla loro immagine pubblica e sulle loro attività economiche (come le sponsorizzazioni), la protezione è più debole, ma non inesistente.

Risultato? Il gossip di Corona potrebbe aver violato il diritto alla riservatezza, aprendo la strada a un’azione legale.


I messaggi vocali: Corona rischia il penale?


Oltre alle dichiarazioni di Fedez, Corona avrebbe diffuso telefonate e messaggi vocali tra il rapper e Angelica Montini, elemento che complica ancora di più la sua posizione.


Questa divulgazione potrebbe integrare il reato di diffusione illecita di comunicazioni private (art. 617-septies c.p.), che prevede pene fino a 4 anni di reclusione. Se, invece, uno dei partecipanti alla conversazione ha volontariamente fornito le registrazioni, il problema diventa contrattuale e civile, ma resta il rischio di diffamazione se il contenuto delle registrazioni è lesivo dell’immagine di Fedez.



Conclusione? Corona non solo rischia una querela per violazione della privacy, ma anche un procedimento penale se le registrazioni sono state ottenute senza consenso.


La mossa segreta di Ferragni: un contratto da 100.000 euro a violazione


Qui arriva la parte più interessante della vicenda. Chiara Ferragni avrebbe fatto firmare a Corona un accordo di riservatezza (NDA - Non Disclosure Agreement), obbligandolo a non divulgare informazioni su di lei, pena una penale di 100.000 euro per ogni violazione.


Cosa significa questo in termini legali?


• Se il contratto è valido, Corona è vincolato giuridicamente e deve rispettarlo.
• Se ha violato l’NDA, Ferragni può pretendere il pagamento immediato della penale, senza dover dimostrare il danno subito.

• La cifra di 100.000 euro potrebbe moltiplicarsi per ogni notizia divulgata, portando Corona a un danno economico enorme.


L’unica difesa di Corona sarebbe cercare di dimostrare che la clausola è sproporzionata o che le informazioni erano già di dominio pubblico. Ma, al momento, la posizione del re dei paparazzi sembra piuttosto fragile.


Cosa succederà ora?


Con le basi legali che abbiamo esaminato, Corona rischia grosso.


1. Se ha violato la privacy di Fedez e Ferragni, potrebbe subire una querela con richiesta di danni.
2. Se ha diffuso messaggi vocali senza consenso, potrebbe incorrere in una condanna penale.
3. Se ha infranto il contratto con Ferragni, potrebbe essere costretto a pagare una somma ingente.

Ferragni e Fedez passeranno all’azione?

 

Se lo faranno, Corona potrebbe trovarsi davanti a cause civili, richieste di risarcimento e procedimenti penali, oltre a un conto salatissimo da pagare.

Per ora, il caso resta aperto.  Una cosa è però certa: questa battaglia non si giocherà solo sui giornali, ma anche nelle aule dei Tribunali.

 

Adesso, però, è anche arrivato il momento di chiederci «Perché facciamo delle confidenze e riveliamo dei segreti e poi chiediamo di “non dirlo a nessuno”?»

Forse perché - come diceva un vecchio proverbio “uno è poco e due son troppi”?

 

Non riuscire a tenere per sé un segreto, per quanto apparentemente deprecabile, è una condotta sociale piuttosto diffusa. Alcuni ricercatori statunitensi (Arizona State University e Columbia University - sappiamo tutti che gli americani sono geneticamente e atavicamente pionieri) hanno evidenziato come un segreto su quattro (25% quindi) viene svelato a causa di molteplici dinamiche socio-psicologiche. Per quanto possa sembrare strano, nella maggior parte dei casi, la risposta è che abbiamo qualcosa da nascondere  e ciò che confidiamo è qualcosa di cui non andiamo fieri. Così facendo, infatti, è come se distribuissimo sull’altra persona una parte del senso di colpa che ci affligge.

 

A questo punto, non dimenticando che l’America è stata scoperta da un italiano, il genovesissimo Cristoforo Colombo che, quindi, può ben definirsi il più pioniere di tutti, vediamo una schematica classificazione delle ragioni che spingono a confidare qualcosa di riservato:

 

- motivi liberatori: tentativo di liberarsi da responsabilità che affliggono;

 

- motivi speculativi: si rivela qualcosa perché si vuole che la notizia “segreta” sia diffusa, tant’è che si sceglie per questo “incarico” qualcuno che è noto essere molto loquace per far sì che la confidenza sia “distribuita” sul maggior numero di destinatari;

 

- motivi opportunistici: confidare un segreto può contribuire a creare un legame con le persone con cui è condiviso così da guadagnarne la fiducia;

 

- rabbia: intesa come sfogo post trasformazione di dolore e sofferenza;

 

- perdita di controllo e loquacità derivante abuso di sostanze (alcol, droga);

 

- inconsapevolezza: ci si rapporta senza evidenziare il carattere di riservatezza della notizia all’interlocutore che, anche involontariamente, comunica - a sua volta - a  terzi particolari fondamentali;

 

- rivalsa: svelare, ad esempio, debolezze altrui che nessuno conosce può inconsciamente giustificare le proprie, specialmente quando quelle degli altri sono maggiormente gravi (il desiderio di rivalsa può come comprensibile essere inserito anche nella successiva classificazione essendo bi-direzionale)

 

- felicità: la notizia, pur riservata, è così bella che si desidera condividerla;

 

- tristezza: quando lo scoramento è tale che rendere note le motivazioni ad un terzo sembra poter diminuire l’afflizione che si prova e si sta vivendo.

 

 

Adesso, mettendoci dalla parte di chi rivela un segreto o confidenze di cui è venuto a conoscenza, elenchiamo alcune delle più comuni ragioni che possono determinare tale condotta (non sempre traditrice, come vedremo):

 

- per vendetta o ripicca;

- per motivi economici (lucro, corruzione, spionaggio industriale);

- per rendersi importante agli occhi di terze persone (vanità);

- per sentirsi importante;

- per non sentirsi in colpa;

- per guadagnare credibilità (aumento della reputazione);

- per rabbia (quando è reazione scollegata dalla vendetta);

- per l’incapacità di sopportare lo stress dell’essere depositario di tali informazioni (deresponsabilizzazione);

- per motivi di Giustizia (si pensi alla figura del testimone in un processo);

- per evitare che una mancata condivisione della notizia possa causare un danno derivante dall’utilità per i terzi qualora fosse eliminata l’unica fonte (per esempio l’inquirente depositario di notizie fornite da fonti confidenziali  su gravi vicende illegali);

- per asserite o ritenute questioni d’onore;

- per pura cattiveria;

- per ignoranza;

- per petulanza;

- per indifferenza (leggesi anche menefreghismo del carattere riservato o personale della notizia acquisita);

- per perdita di controllo ed eccessiva loquacità derivante abuso di sostanze (alcol, droga);

- per altre necessità che si possano paventare (per esempio difendersi in un processo o comunque da accuse di terzi che possono essere respinte svelando il segreto);

- per narcisismo (vanità).

 

In maniera molto più discorsiva possiamo affermare che non è un caso che tra i tanti proverbi che, come noto, sono frutto dell’esperienza (e, quindi, soprattutto degli errori) e della saggezza di chi ci ha preceduto e li ha coniati, in questa materia il detto “Uno è poco e due son troppi” è una affermazione di valore quasi assoluto.

 

Certo è che  sia in ambito più prettamente personale sia in quello professionale tale assunto, oltre che essere una pragmatica constatazione, ci fornisce anche una “cordiale” modalità attraverso cui si può gentilmente declinare l’invito di un interlocutore troppo curioso (ad esempio un collaboratore) che cerca di conoscere (non di carpire, altrimenti la replica potrebbe essere più “toscana”) dati e notizie in nostro possesso che vogliamo tenere riservati, avendo la presumibile certezza che potrebbe utilizzarli in maniera sbagliata o, addirittura, divulgarli creandoci un danno: da quello prettamente economico-commerciale a quello reputazionale, da quello d’immagine a quello industriale, da quello morale a quello interrelazionale.

Va anche evidenziato che i segreti possono sì rendere più intrigante la quotidianità, ma hanno anche una notevole carica ansiogena: non è un caso che lo studio pubblicato sul  “Journal of Personality and Social Psicology” elaborato dalla Columbia University di New York abbia riscontrato come, tra i segreti “confessati” dagli intervistati, il podio sia stato conquistato da:

 

1. Desiderio di tradire il partner

2. Comportamenti sessuali

3. Aver mentito a qualcuno

 

Sorridendo, ma dicendo la verità, accertato che gli italiani (in certi campi) sono più bravi a fare che a desiderare, è il caso di aggiungere che, se vogliamo continuare ad essere re e regine, padroni dei nostri pensieri, delle nostre virtù e anche dei nostri vizi, la “corona” è meglio tenercela sempre in testa. Non si sa mai!

Il karma del Terdoppio colpisce ancora! Chi volle quella cattedrale nel deserto che ai novaresi costa da anni una pacca di soldi?

 Non facciamo la cronistoria perchè anche farla porta sfiga!  Però, ragazzi, ce la siamo presa con la Giunta Ballarè; con tutti gli Assessor...