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lunedì 31 marzo 2025

Comunicato stampa del “Patto per il Nord”

 Riceviamo e pubblichiamo, come sempre, quanto inviatoci per la pubblicazione. Non essendo direttori di nulla, né impauriti da idee non nostre, a prescindere dal fatto dall’essere d’accordo o meno con le opinioni di terzi, le rispettiamo. Il tutto, ovviamente, disprezzando chi, con mezzucci e sfruttando le proprie o altrui posizioni di fatuo potere dimostra quanto la prostituzione mentale sia peggio di quella vera, ma anche la prima possa essere sfruttata, e ci limitiamo a ricordare che “tutti i nodi verranno al pettine” così come il resto. 


COMUNICATO STAMPA

Crescente Preoccupazione per la Sicurezza in Città: Urgente Necessità di Interventi

Negli ultimi anni, la città sta affrontando un costante aumento di problemi legati alla sicurezza, una situazione che sta generando forte preoccupazione tra i cittadini Novaresi.  

Come riportano anche i media locali, gli episodi di furti, aggressioni e vandalismo sono in crescita, creando un clima di insicurezza diffuso che non può essere ignorato né tollerato.

La percezione di insicurezza tra i cittadini è molto altatanto chemolte persone, soprattutto donne e anziani, ma non solo, evitano alcune zone della città o modificano le proprie abitudini per paura di subire atti criminosi.

Le segnalazioni da parte dei residenti si moltiplicano ogni giorno,con intere zone che stanno diventando aree a rischio; tuttavia,l'amministrazione non ha una visione chiara della gravità delproblema e manca di strategia efficace per affrontarlo. 

Molti cittadini denunciano la scarsa presenza delle forze dell'ordine e la mancanza di misure concrete per contrastare il degrado e la criminalità che aumentano di giorno in giorno.

È palese come la situazione stia sfuggendo al controllo, eppure l’amministrazione rimane immobile, incapace di fornire risposte e soluzioni adeguate se non solo a parole.

Se poi, il detentore della delega alla sicurezza urbana, come abbiamo tutti appreso lo scorso lunedì dai social, sminuisce la cruda realtà definendo un “problema percepito” la situazione di degrado e di insicurezza che regna sovrana oramai da anni nella zona della stazione, tutto ci è molto più chiaro.

Da questa amministrazione e dal partito che esprime il sindaco nonché l’assessore con delega alla sicurezza urbana, ci saremmo aspettati che la priorità fosse la prevenzione e la sicurezzaanziché scelte inadeguate come palloncini gonfiati o chiocciole.

Come sempre le promesse fatte in campagna elettorale si sono rivelate parole vuote, mentre i Novaresi si trovano oggi a vivere in una città sempre più insicura e abbandonata. 

La loro fiducia, di fatto, è stata tradita e questo è inaccettabile.

Chiediamo con urgenza un incremento della sorveglianza sul territorio, maggiori risorse per le forze dell'ordine ma anchel'attuazione di programmi efficaci di prevenzione per garantire la sicurezza di tutti.

Invitiamo quindi le autorità locali ad ascoltare la cittadinanza e, soprattuttoad adottare con la massima urgenza” soluzioni concrete perché la sicurezza è un diritto fondamentale e deve essere garantita con ogni mezzo necessario.

Il tempo delle attese è finito: vogliamo risposte concrete e un piano d'azione chiaro e incisivo. 

Non sono più accettate ulteriori scuse o giustificazioni.

Distinti saluti

 

PATTO per il NORD Novara

sabato 29 marzo 2025

Chiara Poggi troverà la pace? Lunedì 31 marzo avrebbe compiuto 44 anni. ll suo assassino è davvero Alberto Stasi? C'è del torbido che deve essere chiarito! E Sempio, può essere solo un "Cavallo di Troia"?

 

 

Alberto Stasi è stato condannato per l’omicidio di Chiara Poggi sulla base degli stessi elementi per i quali era stato assolto due volte (cioè nonostante la c.d. doppia conforme, ossia una sentenza di secondo grado che conferma la decisione di primo grado in fatto e in diritto).

 

Eppure qualcosa non torna! Nonostante tutto non torna, anche se siamo nel 2025 e, pur se ancora non è stata fatta richiesta di revisione, le indagini sono state riaperte dalla Procura di Pavia che sta riconsiderando e rivalutando fatti, atti e soprattutto il contesto relativi all’omicidio della giovane.

Chiara venne uccisa il 13 agosto del 2007. Purtroppo questa è l’unica certezza. Nonostante il giudicato. Alla fine troverete una breve cronologia riassuntiva delle varie sentenze. Di seguito, invece, alcune brevi considerazioni.

 

Molti hanno scandagliato - o si sono sentiti in grado di farlo e quindi di poter giudicare - la vita di Alberto Stasi, il suo fidanzato. All’epoca un ragazzo. Bocconiano, probabilmente antipatico perché apparentemente anaffettivo; egoista si è detto, e molto concentrato su se stesso;  con gusti sessuali particolari, sicuramente non condivisibili, anche esecrabili. Si è sottolineata la sua mancanza di sensibilità, anzi la sua freddezza, la sua cinica razionalità, la particolare imperturbabilità di fronte ad un evento di tal fatta. Davanti ad una tragedia. La sua carenza di emotività e il fatto di aver sempre anteposto il suo “io” al dramma. A Chiara.

 

Eppure quell’importante principio per cui “La previsione normativa della regola di giudizio dell’  al di là di ogni ragionevole dubbio, che trova fondamento nel principio costituzionale della presunzione di innocenza, non ha introdotto un diverso e più restrittivo criterio di valutazione della prova ma ha codificato il principio giurisprudenziale secondo cui la pronuncia di condanna deve fondarsi sulla certezza processuale della responsabilità dell’imputatoci fa pensare. E dubitare. Ancora. Per lui è valso davvero?

 

Perché?

 

Com’è possibile che una persona fredda e razionale come Alberto Stasi compia un omicidio d’impeto?

 

Perché non si è pensato che anche una persona come Stasi potesse essere scioccato per quello che aveva visto e non potesse essere impaurito così da mentire su alcuni particolari o, sempre per timore, consegnare magari un altro paio di scarpe?

 

Cosa voleva dire il Maresciallo Marchetto - all’epoca Comandante della Stazione dei Carabinieri di Garlasco - quando ha dichiarato che sono state (abbreviamo) tralasciate alcune cose e bisognava indagare a 360°?

 

Perché una persona fredda e razionale come Stasi dovrebbe ancora - e quasi a fine pena - cercare un’altra verità? E, pur indirettamente, accusare qualcuno?

 

Perché Muschitta - il teste che allora descrisse quanto aveva visto, senza sapere a che ora era stata fissata la morte di Chiara ritrattò, ma il “Verbale di assunzione di informazioni” redatto nei suoi confronti venne interrotto e poi ripreso senza che fosse stato evidenziato il motivo dell’interruzione stessa?

 

Perché, a seguito di quanto aveva - comunque - dichiarato, non sono state fatte debite perquisizioni?

 

Perché il corpo di Chiara, con una evidente manata insanguinata sul pigiama - ossia l’identikit dell’assassino (o degli assassini) - venne “girato” e sparì la prova regina?

 

Perché Stasi, nonostante abbia quasi finito di scontare la sua pena, dovrebbe ancora continuare a cercare una verità che non è la sua?

 

Quante volte vi è capitato di ragionare in un modo ma di agire e comportarvi in un altro?

 

Quante volte, per cose molto meno importanti di un omicidio, avete mentito o taciuto qualcosa di quanto a vostra conoscenza per evitare di venire coinvolti?

 

Possibile che il nuovo super-testimone trovato dalle Iene dopo 18 anni senta il bisogno di dire la (sua) verità? Perchè? Perchè lo hanno dovuto trovare le Iene?

Di chi aveva paura? Qual era l'Autorità che in un paesino di neanche 10.000 anime poteva imporre la legge del silenzio?


Queste e altre mille domande, anche senza entrare nei dettagli tecnici che fanno acqua da tutte le parti, sono i quesiti a cui è doveroso trovare una risposta anche per la dr.ssa Chiara Poggi, uccisa violentemente e senza pietà in una terribile giornata dell'agosto 2007; interrogativi a cui la solerzia e la serietà di alcuni magistrati, consapevolmente responsabili delle tante cicatrici che hanno riaperto con questa nuova indagine, vogliono dare risposta. Scoprire. Finalmente svelare.

 

Possibile che Sempio sia usato come un semplice "Cavallo di Troia"?

 

Due cose sono certe:

 

- il sottobosco di contatti, di cose non dette, di legami, di rivalità, di odio e di invidia, di accertamenti mancati, oltre a tanti altri importanti fattori che hanno fatto da contesto e da ostacolo alla scoperta della verità, sembrano essere stati ripescati, riafferrati, reinterpretati da Magistrati e Forze dell’Ordine degni della massima stima per quanto stanno facendo.

 

- alla fine di questa ulteriore e - forse è il caso di dirlo - “rinnovata” inchiesta, Chiara Poggi avrà pace perché tutto quanto c’è stato di torbido e occultato, se c’è stato, verrà a luce. Foss’anche l’innocenza di Alberto Stasi. 

 

Ci saranno novità. Ma il solo fatto che molti si facciano tutte queste domande, di per sè, ha già un significato.


  

 

Cronologia sentenze

 

Scriverà il Giudice (Gup) Stefano Vitelli il 17 dicembre 2009:

 

Dalla disamina complessiva della tematica in questione relativa ad un possibile movente/occasione dell’omicidio da parte dell’attuale imputato, non emerge, quindi, una congrua prova in merito. Una volta giunti, dunque, al termine della valutazione degli elementi processuali complessivamente emersi e ritornando retrospettivamente sui medesimi, ci troviamo dinnanzi al seguente quadro istruttorio: a fronte di iniziali sospetti investigativi, sono emersi come ragionevolmente certi due indizi: l’impronta digitale di Stasi sul dispenser del sapone liquido presente nel locale bagno al pian terreno dell’abitazione della vittima e la presenza di DNA di Chiara Poggi sul almeno uno dei due pedali della bicicletta in uso ad Alberto Stasi. Gli stessi, per le ragioni sopra evidenziate, sono sicuramente carenti del necessario requisito di gravità. A fronte di questi elementi indiziari privi di autonoma sufficiente forza dimostrativa, abbiamo la ragionevolmente certa prova dell’alibi fornito da Stasi…Emerge, dunque, un complessivo quadro istruttorio da considerarsi contraddittorio ed altamente insufficiente a dimostrare la colpevolezza dell’imputato secondo la fondamentale regola probatoria e di giudizio dell’ “oltre ogni ragionevole dubbio”,  

 

e assolverà Alberto Stasi per non aver commesso il fatto.

 

La stessa cosa farà la Corte di Assise di Appello di Milano che il 6 dicembre 2011 stabilirà che:

 

“La prospettazione accusatoria non è dunque affatto “logica, coerente e sopratutto l’unica possibile nell’ambito del complessivo quadro processuale emerso” (cfr. impugnazione pag. 175).
Pertanto, al termine dello scrutinio dei motivi di impugnazione sviluppati dalle parti, la Corte, sulla base delle considerazioni sin qui illustrate, è pervenuta al convincimento che la decisione adottata in primo grado merita di essere confermata

 

e confermerà così la sentenza pronunciata dal Gup presso il Tribunale di Vigevano ribadendo l’assoluzione di Stasi.  

 

La decisione sarà impugnata e la Corte di Cassazione, con sentenza emessa il 18.4.2013, la annullerà rinviando per nuovo giudizio ad altra sezione della Corte di Assise di Appello di Milano che, in data 17 dicembre 2014, condannerà Alberto Stasi alla pena di anni 16 di reclusione per aver «brutalmente ucciso la fidanzata, che evidentemente era diventata, per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo “per bene” e studente “modello” da tutti concordemente apprezzato».

 

A nulla servirà il ricorso proposto da Stasi avverso la sentenza del 17/12/2014 perché la Corte di Cassazione - Quinta Sezione Penale - in data  12 dicembre 2015   con sentenza nr. 25799/16 lo rigetterà confermando la condanna già inflitta a 16 anni di reclusione.

 

 


venerdì 28 marzo 2025

A tutti i residenti nel Monarcato di TriOnzo, dal Teatrino immaginario di Me.Fisto il “Sogno di una notte di mezza primavera”.

Brera 1891 - L'ignavia, statua di Achille Alberti, che ottenne i premi Fumagalli e Tantardini (Incisione di E. Mancastropa)

 

“Mia Maestà, Principe NapOnzo, ho saputo cose incredibili da sudditi residenti nel Monarcato dell’Imperatore TriOnzo!”

 

“E allora riferiscimi, GiocOnzo, ma prima solleva le tue membra così ch’io possa guardare i tuoi occhi e le tue rotule trovino un po’ di sollievo dai tanti ceci che, in questi anni, hanno dovuto sopportare sotto il peso dei peccati commessi. E dimmi; cosa ti spinge a spargere, adesso, il tuo fiele?!”

 

“Sire, la mia sarà ignorante viltà, ma mai e giammai sarà commisurabile alla turpitudine di PitOnza, lo giuro! Il fiele, ahimè, il fiele l’ho bevuto pure io, mio malgrado e Vivaddio!”

 

GiocOnzo, orsù, non parlare di virtù, non è il caso, e proprio tu!”

 

“Maestà, perdonate l’incoerenza che però non è saccenza, nonostante l’arroganza mi abbia leso l’apparenza. Della Vostra, di Virtù,  devo accingermi a parlare,  e di colei che proprio essa, ci teneva ad attentare.

Non da sola la PitOnza Vi voleva screditare, ma con altra rapatOnza, sì ben scaltra da accettare”.

 

“Questa storia la conosco, o GiocOnzo, cosa credi!? E so anche che a TriOnzo ben è nota la novella. La conosce a menadito perché già quel tentativo con Talaltro fu attuato, mio prescelto nel passato. “Tomo tomo, cacchio cacchio”, dalla  stampa esautorato e già da me dimenticato.

 

Non ignoro, tuttavia, del passato più vicino, quel che a me fu confidato, dal TriOnzo altolocato, accertato e dichiarato.  Anzi, ti dirò di più: la PitOnza profittò della fame del bovaro, nella Granda già allocato, per raggiungere il suo scopo che sarà, presto, esecrato!”

 

“Maestà immensa e Onnipotente che hai compreso la fetente, anche Talaltro, come Te, fu davvero assai prudente. Nella rete non cascò, la pulzella rifiutò”.

 

“Or taciamo, car GiocOnzo, in attesa del GiuriOnzo,  e rammenta se ti chiama, non difender alcun sottana, ma dì pur la verità, forse il cul ti salverà!”

 

La ricettazione viene considerata più grave del furto perché raramente il ladro ruba per sé, a meno che non si tratti di cose da mangiare e sia, disperatamente, affamato. La quasi totalità di furti non avverrebbe se non ci fosse qualcuno disposto ad acquistare la refurtiva: il ricettatore.

 

La prostituzione, a meno che non riguardi minori, non è reato per il nostro ordinamento. Lo è, invece, l’induzione, il favoreggiamento e lo sfruttamento di essa.

 

Il delitto di ricettazione lo abbiamo citato come metafora. Lo sfruttamento della prostituzione come elemento comparativo perché se è vero che “un buon tacer non fu mai scritto” il cattivo e ignavo tacer è biasimevole e sì, fa un po' schifo. N'est-ce pas?

martedì 25 marzo 2025

Novara: il Consigliere Mauro Gigantino ci scrive. E noi pubblichiamo, come sempre.

Riceviamo e pubblichiamo dal Consigliere Provinciale e Comunale di Novara, Dr. Mauro Gigantino in forza a Fratelli d’Italia (per adesso, n.d.a), quanto segue, ringraziandolo per la fiducia che ripone in chi, anche qualora non la pensasse come lui (per i somari precisiamo che, in questo caso, è solo enfasi linguistica) gli darà sempre spazio per esprimere pensieri ed opinioni.

Questo era quello che avrei voluto dire oggi, purtroppo non ho avuto la possibilità di esprimere tali concetti”.

Desidero esprimere il mio personale compiacimento all'associazione Libera - nomi e numeri contro la mafia per quanto svolto in questi 30 anni di attività di diffusione della cultura della legalità e di contrasto a tutte le forme di criminalità organizzata. 

Il momento della lettura dei nomi di tutte le vittime, - 1001 per la precisione - innocenti della mafia è  stato davvero toccante; nel contempo, ricordarle tutte, senza distinzione di importanza o di ruolo istituzionale che le medesime avevano, prima che le loro vite venissero spezzate dalla ferocia della malavita organizzata, è stato un segnale forte e chiaro, come a voler indicare che siamo tutti impegnati, nessuno escluso, in questa battaglia. Una battaglia che può condurre alla vittoria oppure alla sconfitta, ma che rappresenta il dovere di ognuno combattere.

I mafiosi tra di loro si chiamavano e si chiamano soldati, ma i veri soldati dobbiamo essere noi cittadini, pronti ad opporci a tutte le forme di criminalità: quelle delle multinazionali, dei traffici illeciti, alle ecomafie, ai trafficanti di esseri umani, al semplice pizzo chiesto al commerciante. 

Nessuno di noi può né deve girare il viso dall'altra parte, qualcuno può cadere sul campo di battaglia, ma deve esserci sempre un altro cittadino o un'altra cittadina a raccogliere e mantenere alto lo stendardo della legalità e delle Istituzioni, senza lasciarlo in mano al nemico. Dobbiamo avere fiducia nelle Istituzioni che hanno il compito di contrastare attivamente la criminalità organizzata, ma anche noi tutti, nel nostro piccolo, possiamo fornire un importante contributo e non parlare di questi argomenti solo il 21 marzo o quando ascoltiamo fatti di cronaca che ci fanno rabbrividire, ma tutti i giorni,  diffondendo la cultura della legalità, del bene comune, della condanna e del disprezzo della mafia e della disonestà. 

La presenza ed il coinvolgimento, come è accaduto oggi, dei giovani e degli studenti,  è una delle strategie migliori che abbiamo a disposizione: loro, per primi, devono gridare no contributo la violenza, la complicità, l'omerta' ed i compromessi della criminalità organizzata. 

Loro sono il nostro futuro: un futuro che deve essere lastricato di buone intenzioni, buone iniziative, spirito di solidarietà e voglia di civiltà, libertà e democrazia”.

Grazie Mauro, a prescindere!

Novara&Politica: il sole dei primi giorni di primavera tra congressi, grigliate e riunioni, porta pensieri, progetti e... trovate Voi la rima!

 


L’aria di primavera e le belle giornate assolate portano, anche a Novara e dintorni, i primi pollini partitici che un po’ di allergia la causano a non poche persone. Ad esempio, a quel ristretto numero di politici di univoca bandiera mameliana che, invitati e attesi a Trecate per dare un po’ di lustro a qualche personaggio ormai sul miglio verde, sono - evidentemente - talmente reattivi ad ambrosia e graminacee ma, soprattutto alla muffa, che hanno declinato l’invito dopo essersi fatti aspettare inutilmente anche dalle Forze dell’Ordine preposte a vigilare in tali occasioni. Forze dell’Ordine che, lo ricordiamo volentieri, vanno rispettate sempre per il lavoro e la funzione che svolgono, e non solo a parole.

Sempre a proposito di parole  ci sarebbe  anche chi sarebbe riuscito a dichiarare secondo il giornale online “La Voce di Novara”  (un Assessore, sembrerebbe,) ma la “piantiamo” subito qui, non sapendo se abbia visto il video che accompagna l’articolo, che lo spaccio nei pressi della Stazione è “un problema di sicurezza percepita” . Ehm, ehm, ehm, forse sarebbe il caso di dare una ripassatina alla materia partendo dai paradossi di Zenone (secondo cui, come è noto, la freccia scagliata non arriverebbe mai al muro ma, e qui sta la novità, se ti danno una bastonata sulla capoccia la randellata la senti eccome!).

Il bel tempo favorisce anche le grigliate e, anche in questo caso, corre l’obbligo di evidenziare che, sebbene la Commissione Europea abbia autorizzato il consumo alimentare di insetti, il ragno appartiene alla classe degli aracnidi e chi sa contare bene i voti dovrebbe saper contare anche le zampe: gli insetti ne hanno solo sei, i ragni otto e non sono commestibili. Insomma, insegnare a un ragno a fare le tele è come voler insegnare ad un gatto ad arrampicarsi.

Tra insetti, ragni e  micioni (così nessuno può pensare a gatte morte),  intanto il tempo scorre e tutto torna, e qualcuno sta seduto ad aspettare sulla sponda del… Terdoppio (più vicino al centro, dell’Agogna),  sembra che ieri ci sia stato anche un pranzetto mooooolto importante tra  il Senatore e il Sindaco finalizzato a dare una prima aggiustata al veicolo da condurre alle prossime elezioni: il mezzo avrebbe già perso qualche pezzo per essere andato “fuori strada”, e anche gli pneumatici contano. Per macchine importanti ci vogliono “gomme” originali.

E mentre si fa prima ad aspettare Godot che le scuse di chi conosce come sono andati alcuni fatti, ma dell’ignavia ha già scritto il buon Dante, constatiamo che c’è sempre chi preferisce essere l’ultimo dei primi che il primo degli ultimi dimenticando che “un esercito di pecore guidato da un leone sconfiggerà un esercito di leoni guidato da una pecora”.  

 

P.s.: abbiamo già pronto un bel "coccodrillo nero"!


sabato 22 marzo 2025

A Novara, il 28 marzo prossimo, il Congresso di Fratelli d’Italia per l’elezione del Segretario cittadino (e non solo)!

 


Dicono che ieri, a una tavola che di rotondo aveva solo il nome, al femminile, del locale che ospitava la colazione, il piccolo consesso colà riunito - per la cui descrizione, forse, solo il buon Giosuè Carducci in stile “Comune rustico” potrebbe delineare con dovuto garbo talune presenze - sia stato, invece, molto spigoloso.  

Già, perché a quanto si è diffuso nell’aria novarese che, in quel punto, rimane ubicata in una sorta di crocevia tra:

 

- la Caserma dei Carabinieri;

 - il Pronto Soccorso e l’Ospedale Maggiore (la Procura è più all’interno);

 - Viale Verdi (negli ultimi anni dell'occupazione austriaca del Lombardo-Veneto "Viva Verdi" per i futuri italiani significava "Viva Vittorio Emanuele Re D'Italia” e permetteva loro di manifestare i propri sentimenti sviando la censura);

- il Parco dell’Allea (dove un importante ex-Sindaco porta a scorrazzare il suo “cagnone”),

 

i Meloniani de noantri  non hanno discusso del Manifesto di Ventotene o dell’osannato Benigni.

Non hanno dibattuto se il de-contestualizzare ed espungere dal Manifesto solo talune affermazioni (peraltro alcune, va riconosciuto, di estrazione vetero-leninista e forse dovute alla drammatica situazione che si trovavano a vivere gli autori) e riportarle spurie sia stata o meno un’azione (s)corretta della loro Giorgia, in puro stile popolar-demagogico.

Non hanno dissertato del fatto che ci sia stata una vergognosa reazione sinistrorsa o, invece,  una  giusta, sincera e forte rivendicazione di idee liberali e antifasciste da parte di alcuni esponenti che stavano per affogare tra lacrime da funerale di stato e di Stato (trovare quelle vere tra le due è un’impresa).

Non hanno parlato dell’abolizione della proprietà privata o della ridistribuzione dei redditi o del riuso di magazzini e locali abbandonati a Novara.

Ma di cosa hanno parlato il capotavola - Sen. Nastri - e gli altri, pochi, commensali?

Ah, saperlo!

Potremmo ipotizzare - certi che l’argomento non sia stato la presenza o la mancanza di etica, o la libertà di stampa (e quell’articolo 21 della Costituzione che spesso taluni dimenticano), o una discussione sugli obblighi giuridici di impedire un evento - qualcosa di più terreno, più circoscritto, di più importante per la realtà novarese?

Sì, potremmo ipotizzarlo. Appunto, ipotizzarlo e basta. Ma non lo facciamo perché in certe situazioni anche i giganti hanno i piedi d’argilla. E, desideriamo dirlo, tra i commensali presenti ieri qualcuno sarebbe, anzi è, in grado di dissertare sugli argomenti citati e su molti altri. Non tutti però. Ma se conta il consenso, anche a scapito della competenza, conta anche la radice del consenso e pure dove si semina e dove si va a raccoglierlo questo consenso, perché poi “pacta sunt servanda”, come tutti sanno.

Magari qualcosa lo capiremo alle prossime elezioni, ma non del Segretario cittadino. Sempre che le parentele partitali non implodano prima. Intanto i più fervidi Auguri non possono che andare nella direzione di auspicare che sia reso ciò che è stato dato. 

Champagne!!!

 

 


giovedì 20 marzo 2025

Recensioni: "L'altra verità" di Aldo Tarricone. Una lettura contestualizzata delle dichiarazioni rese da Michele Misseri in relazione all'omicidio della giovane Sarah Scazzi

 

Come afferma, correttamente, Aldo Tarricone - fondatore e già titolare dell’omonimo studio investigativo con sedi a Milano e Bari -“per ogni delitto ci sono due verità: quella processuale e quella oggettiva”.

E il concetto lo ribadisce e lo spiega in un piccolo libro, editato in proprio, per intenditori o, comunque, conoscitori non superficiali della vicenda relativa all’uccisione e all’occultamento del cadavere della giovane Sarah Scazzi (Avetrana, 26 agosto 2010). Indagine dove è stato anche consulente di parte su mandato di Claudio, fratello della ragazza.

In poche pagine esamina le parole di Michele Misseri - prima reo confesso dell’omicidio per il quale, in un secondo momento, sono state condannate unicamente sua moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina - . Parole e significati contestualizzati e cotestualizzati per cercare di comprendere meglio l’accaduto il cui narrato assume, così, anche un’altra fisionomia.

Libro che esce poco tempo prima della riapertura delle indagini relative alla morte di Chiara Poggi, in quel di Garlasco (PV) che, diciotto anni dopo (il fatto avvenne il 13 agosto del 2007)  si trascina ancora vecchi e nuovi dubbi, pur dopo una condanna già definitiva per Alberto Stasi che ha già quasi del tutto scontata la pena inflittagli nel secondo giudizio di Appello e confermata dalla Corte di Cassazione a sedici anni di reclusione.

Perché, sempre come scrive Tarricone “quando avrete la convinzione di aver capito tutto, diffidate, perché è certo: non avete capito niente”.    

lunedì 17 marzo 2025

Verbale di interrogatorio di persona sottoposta a Giudizio Celeste: incolpato il Politico Ignoto 3.


 

 

UFFICIO DEL GIUDICE DELLE PRELIMINARI E DIVINE INDAGINI CELESTI

- Sezione Caina e Peccati Generali -

 

N. 2669/25 R.G.S.P. (Ruolo Generale San Pietro)

 

 

VERBALE DI INTERROGATORIO DI PERSONA SOTTOPOSTA A GIUDIZIO CELESTE

 

 

Il giorno 29 del de(finito) ciclo vitale, alle giuste ore siderali, presso gli Uffici della Sezione Investigativa Celeste, innanzi ai sottoscritti Guardiani dei Regni - SAN PIETRO, CATONE L’UTICENSE e CARONTE - specificamente delegati dal Procuratore del Regno dei Cieli - dr. Santo SPIRITO - è presente il signor POLITICO IGNOTO 3 (ignoto 1 e ignoto 2 già individuati o individuandi a Bergamo e Pavia) unitamente ai difensori di (s)fiducia già nominati nelle persone degli Avvocati indicati e attualmente domiciliati nella prima Cantica, entrambi non presenti e non comparsi a seguito, tuttavia, di rituali “Avvisi” e “Inviti” debitamente notificati, nell’ottavo e nono cerchio. Preliminarmente si dà atto che l’interrogatorio è stato richiesto con istanza ritualmente depositata prima del decesso (a futura memoria).

Il sig. POLITICO IGNOTO 3, invitato a declinare le proprie generalità e a dichiarare quanto altro valga ad identificarlo - con l’ammonizione circa le conseguenze a cui si espone chi rifiuta di darle o le dà false e per chi rende mendaci dichiarazioni in ordine alle qualità personali, risponde:

- generalità: POLITICO IGNOTO 3;

- pseudonimo/soprannome: ne ho diversi;

- nazionalità: italiana;

- residenza anagrafica: attualmente tra l’ottavo e il nono cerchio;

- stato civile: accompagnato;

- condizioni di vita individuale/familiare/sociale: bbbrrrr;

- professione/occupazione: eeeehhhh;

- luogo in cui esercita(va) l’attività lavorativa: attività lavorativa???

- titolo di studio: poca roba;

- beni patrimoniali: sì, una volta;

- se è sottoposto ad altri procedimenti penali: no, l’ho sempre fatta franca;

- se ha riportato condanne nello Stato e/o all’estero: eh, no!;

- se esercita od ha esercitato uffici o servizi pubblici o di pubblica necessità:  mi sa di no;

- se ricopre o ha ricoperto cariche pubbliche: ricoperti li ho ricoperti, eccome se li ho ricoperti. Fatto nulla però!

 

Invitato ad esercitare la facoltà di nominare difensore di fiducia, per il caso che non vi abbia già provveduto o che intenda nominarne un altro, o che intenda avvalersi del difensore d’ufficio già nominato dichiara: “Visto quello che è già successo, lasciamo perdere, è meglio se faccio da solo!”.

Invitato a dichiarare o eleggere domicilio con avviso che deve comunicare ogni mutamento del domicilio dichiarato o eletto per le notificazioni e che in caso di mancanza di tale comunicazione o, nel caso di rifiuto di dichiarare o di eleggere domicilio, le notificazioni verranno eseguite mediante consegna al difensore dichiara: “Al momento dichiaro domicilio per le notificazioni relative al presente procedimento presso l’Ufficio del dr. Caronte che si occupa anche di gestire le comunicazioni a me inviate”.

I Guardiani dei Regni gli contestano i reati di cui all’Invito di presentazione e, in particolare:


a)     il peccato di ignavia, per aver omesso, pur essendone a conoscenza e quindi in esecuzione di un medesimo e grave disegno concorsuale, realizzato con più azioni ed omissioni  commesse anche in tempi diversi, di interrompere o di far cessare le condotte poste in essere da parte di taluno dei suoi accoliti contrarie all’ honeste vivere, all’ alterum non laedere e al suum cuique tribuere. Avendo in relazione a tali condotte l’obbligo giuridico - rectius - etico-morale e politico di  impedire l’evento;

b)    il peccato di accidia perché, pur informato delle condotte di cui sopra, ometteva politicamente e cristianamente di intervenire  per indolenza e negligenza  e comunque al fine di occultare le condotte di cui al capo a);

c)     il peccato di gola (ganza questa!) per avere perseverato, una volta venuto a conoscenza, nel godere dei frutti dell’albero avvelenato - male captum bene retentum - che a Roma si può anche tradurre “ma che ce frega, ma che ce importa se l’oste ar vino c’ha messo l’acqua”.

Peccati commessi in Italia tra Roma e Piemonte sino alla data odierna.

 

Premesso e considerato che questo Celeste Ufficio non si occupa di vicende terrene per cui si potrebbe ben ritenere che ne operino altri competenti per materia e giurisdizione, gli contestano le fonti e gli elementi di prova emersi nei suoi confronti richiamando la pertinente documentazione contenuta nel fascicolo celestiale depositato e parte delle dichiarazioni rese in ordine alla conoscenza dei fatti accaduti (vicende relative al quotidiano; consapevolezza delle medesime;  ulteriori e non specificati fatti anch’essi - come i precedenti - comunicati come noti e accertati ad altro importante soggetto politico, come effettive condotte di accoliti); 

Infine lo invitano a esporre quanto ritiene utile a sua difesa avvisandolo che ha facoltà di non rispondere ad alcuna domanda ma che, anche se non risponde, il procedimento seguirà il suo corso ed inoltre lo informano che:

a)  le sue dichiarazioni potranno sempre essere utilizzate nei suoi confronti;

b)  se renderà dichiarazioni su fatti che concernono (o che concernono anche) la responsabilità di altri, assumerà, o potrà assumere, in ordine a tali fatti, l’ufficio di testimone salve eventuali le incompatibilità previste e afferenti garanzie;

Preso atto di quanto sopra il sig. POLITICO IGNOTO 3 dichiara: “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Dimostrerò, tuttavia, la mia dignita. Chiedo, pertanto, di essere nuovamente interrogato dopo aver preso a pedate qualcuno di Vostra e mia conoscenza così da poter fruire di uno sconto di pena e delle varie circostanze attenuanti che potrebbero essermi concesse dopo aver cercato di riparare i danni, di risarcire moralmente i danneggiati (anche facendo far loro bei sogni), di assicurare (anche questa è bella n.d.vv.) alle parti lese un giusto ristoro morale. Tutto, ovviamente, dopo aver parlato con Lei, la nostra Luce, la fiamma che illumina il nostro cammino (anche se qui all'inferno di luce ce n'è abbastanza, e scotta pure!)”.

Fatto letto e chiuso in data e luogo come sopra il presente atto viene confermato e sottoscritto alle ore siderali 88.88.

 

I Guardiani dei Regni                                       Il Celeste Incolpato

 

 

 

IL/ DIFENSORE/I

Non firmano perché allontanati dall’Assistito

Il karma del Terdoppio colpisce ancora! Chi volle quella cattedrale nel deserto che ai novaresi costa da anni una pacca di soldi?

 Non facciamo la cronistoria perchè anche farla porta sfiga!  Però, ragazzi, ce la siamo presa con la Giunta Ballarè; con tutti gli Assessor...